Un viaggio fotografico della Sicilia
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Ti dico sin da subito che se vuoi raggiungere l’isola di Favignana dal porto di Trapani nel mese di agosto ti conviene prenotare. Puoi farlo direttamente dal sito della compagnia Siremar o dalla compagnia di traghetti della città di Trapani a questo sito oppure, ancora, se preferisci, dal sito Egadi Vacanze. Da quest’ultimo puoi anche prenotare non solo i biglietti per l’aliscafo o il traghetto ma organizzare i tuoi pernottamenti se l’idea è quella di rimanere più di un giorno.
Durante questo viaggio in Sicilia come posso non parlare delle tradizioni di famiglia? E quando dico tradizioni di famiglia non intendo dire che riguardano soltanto la mia famiglia ma, in una concezione più allargata, le famiglie siciliane.
Questo post è la dimostrazione del fatto che tutto è fotografabile. In queste settimane ti ho portato in giro mostrandoti luoghi, fotografie, raccontando storie legate alla Sicilia sud occidentale. Oggi scrivo qualcosa di più intimo. Che riguarda la mia famiglia ma che, allo stesso tempo, riguarda tutte le famiglie siciliane.
Oggi ti porto a Poggioreale. Che detta così sembra che io debba arrestarti. Ma non è così. Trranquillizzati. Se ti piace la fotografia, credo che Poggioreale vecchia sia la meta perfetta per portarsi a casa un bel reportage.
Colpito dal terremoto che nel gennaio del 1968 colpì la Valle del Belìce, il paese é lasciato lì, inerme, come un fantasma, un museo a cielo aperto, chiuso soltanto da cancelli facili da raggirare.
Continua il viaggio fotografico in Sicilia attraverso i racconti di non-photographer.
La scorsa settimana per problemi di salute non ho potuto scrivere un articolo. L’ultima volta ti avevo portato alla riserva naturale foce del fiume Belìce. Da lì ci spostiamo qualche chilometro rimanendo nel territorio di Castelvetrano. Andiamo a Selinunte, antica Selinus, città greca, a visitare il parco archeologico più vasto d’Europa.
Giusto la scorsa settimana ti ho raccontato del Cretto di Burri di Gibellina. Continuando a percorrere la scia dell’arte, in questo viaggio fotografico in Sicilia, ho deciso di portarti ancora una volta in un luogo a me familiare. Torniamo a Sciacca. Niente sacralità o tradizioni popolari questa volta. Ho deciso di portarti in un regno dal castello incantato.
Ebbene si, nonostante si trovi a pochi chilometri da casa, non c’ero mai stato al Cretto di Burri. Allora la scorsa estate mi sono impuntato e durante il mio viaggio in Sicilia sono andato a farci una visita.
Nel racconto del mio viaggio in Sicilia di oggi voglio parlarti di una delle più belle (secondo me) tradizioni popolari legate ad una festività che si tramandano nel (chiamiamolo così) quadrilatero Sciacca, Menfi, Santa Margherita di Belìce e Montevago.
Nel corso del viaggio in Sicilia non posso fare a meno di scrivere di uno dei prodotti ottenuti grazie al sudore di uomini e donne, e alla lavorazione della terra. Elogiato da sempre da poeti e scrittori, cantanti e cantori, il vino racconta la storia di una tradizione millenaria.
Rimaniamo sulla costa siciliana. Nel corso degli ultimi due racconti di non-photographer ti ho portato con me in due litorali della Sicilia sud-occidentale. Siamo stati, prima, nel borgo marinaro di Porto Palo di Menfi e, successivamente, nella vicina, e per nulla caotica, spiaggia delle solette. Beh! Perché cambiare aria? L’aria di mare, infondo, fa sempre bene.
Durante l’estate appena passata, dalle mie parti, ha fatto un po’ di scalpore una spiaggia, o meglio i suoi frequentatori: i nudisti (naturisti).
In realtà, che io sappia, l’attività di naturismo, da quelle parti, esiste da che io ne ho memoria. Il che significa da anni, visto che di anni ne ho trentadue (trentatré tra qualche giorno).